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Rossomanno (Valguarnera, Aidone, Piazza Armerina) - Le Riserve della provincia di Enna

Vale la pena organizzare un'escursione di primavera nelle tre riserve della provincia di Enna. Tra pinete, boschi e resti archeologici si possono osservare anche varie specie vegetali ed animali.

Nella grande area protetta di Rossomanno, che comprende boschi prevalentemente impiantati artificialmente nel corso del programma di forestazione dei primi decenni del secolo scorso, è stata istituita nel 2000 la Riserva naturale gestita dall'Azienda Foreste Demaniali. Quest'area è caratterizzata da distese di eucaliptus, pinete, cipressi, radure, e un sottobosco di muschi, licheni, fiori di campo e funghi di ogni specie.

La riserva è incastonata tra il Lago di Pergusa, il Monte Rossomanno, le aree archeologiche di Cozzo Matrice e la Montagna di Marzo. Si estende per più di 2000 ettari, nel territorio di Aidone, Valguarnera e Piazza Armerina.

Profonde e selvagge gole, caratterizzate da grotte e dirupi, sottolineano la serie di alture dei Monti Erei.

Un'escursione nell'area offre l'opportunità di effettuare un percorso nella storia veramente singolare.

L'aspetto più interessante dell'area è il centro siculo-ellenizzato di Serra Casazze, di cui restano alcune tracce tra cui l'acropoli, le mura di difesa, resti di necropoli con testimonianze di antichi riti inceneritori, tombe circolari, case, magazzini, una chiesetta tardo-bizantina ed un convento eretto sui resti del paese distrutto ed utilizzato come eremo fino a qualche decennio fa.

Nell'area è presente anche il Parco della Ronza dove è possibile ammirare il gruppo dei "Pupi ballerini" o delle "Pietre incantate", alte fino a tre metri, formate grazie all'erosione subaerea. La fantasia popolare attribuisce a queste formazioni sortilegi di antiche divinità o di qualche folletto dei boschi, capace di pietrificare gli uomini impegnati in danze sabbatiche.

Nel Parco della Ronza, vi è una delle più grandi aree attrezzate della Sicilia con panche, tavolini, fontane e voliere dove organizzare pic nic all'aria aperta, e ancora aree recintate dove si possono ammirare da vicino daini, istrici, capre e cinghiali. La riserva inoltre ospita la sede del Centro di Recupero per la Fauna selvatica, gestito dalla Lipu, dove si possono ammirare rari esemplari di rapaci. Il centro è dotato di un ambulatorio, con sala operatoria e sala per le radiografie, operativo 365 giorni l'anno. Grazie alla struttura, diverse decine di animali sono riuscite a tornare in libertà.

Sambughetti-Campanito. Sui monti più alti della provincia, il Sambughetti (1559 metri) e il Campanito (1512 metri), si estende la grande riserva naturale orientata dei Monti Sambughetti e Campanito.

Monte Sambughetti di Sicilia

Monte Sambughetti di Sicilia

Questa area protetta, che si estende per più di più di 2000 ettari, venne istituita per proteggere un relitto di faggeta e alcuni laghetti della Contrada Campanito. La riserva ricade tra i comuni di Cerami e Nicosia e ospita non il bosco della Giumenta, diviso tra la faggeta e diverse zone umide come paludi di montagna e laghetti.

L'area montuosa appartenente al comune di Cerami, è caratterizzata dalla presenza della "Suvarita", una delle più elevate sugherete conosciute in Sicilia.

La fauna è tipica dei boschi siciliani; volpi, gatti selvatici, martore, donnole. Presenza eccezionale è quella cincia bigia di Sicilia, uccellino del territorio dei Nebrodi. Per gli appassionati si possono avvistare anche specie rapaci come il nibbio reale.

Tra le rocce della contrada San Martino si ci si imbatte in un acquedotto medievale.

Dalla cima di Rocca Campanito, che si può raggiungere grazie ai resti di un'antica scala, di costruzione araba o forse bizantina, si possono vedere i grandi cerchi di pietre che servivano per coprire i cumuli di neve che in estate garantivano provviste di ghiaccio ai paesi della valle.

Monte Sambughetti di Sicilia

Monte Rocca Campanito

Tra gli alberi è visibile un roccione scavato a mano che servì per ottenere una spartana abitazione detta "Grutta de' nivarula" (la grotta dei nevaioli).

Anche in questa zona ci sono aree attrezzate: "Grotta Nivarola" (con punti di cottura e tavoli, "Laghetti Campanito", "Casale Nicosia", e "San Martino".

Nibbio Reale in volo su Monte Sambughetti

Una specia del Nibbio Reale da poter avvistare in volo tra i boschi siciliani

Tra Leonforte e Nicosia, tra la vegetazione del Monte Aereus, sorge la riserva naturale di Monte Altesina, la vetta più alta dei Monti Erei con la sua doppia cima: una di 1192 metri e l'altra di 1180 metri sul livello del mare.

La riserva, gestita dall'Azienda Foreste Demaniali, si estende per circa 744 ettari. Già in tempi precedenti all'istituzione della riserva, le autorità si sono impegnate al ripristino dell'ambiente boschivo e della fauna, decimata dal bracconaggio. Per questo motivo la riserva ha grossa rilevanza naturalistica, coronata dal pregio archeologico e culturale.

Per gli appassionati di archeologia è possibile trovare tracce di insediamenti umani a partire dalla preistoria fino al Medioevo. Durante l'Età del Bronzo e dalla prima metà di quella del Ferro, il monte fu utilizzato come necropoli. Risalgono invece, al I millennio a.C., le rovine dei primi insediamenti umani. Anche questa zona è dotata di aree attrezzate.

Tutta l'area che va da Piazza Armerina alla riserva naturale orientata di Monte Altesina rientra nell'European Geopark, un sistema di parchi geologici a livello europeo nato sotto l'ala protettrice dell'Unesco che ingloba tutte le attrattive naturalistiche e archeologiche, oltre che geologiche, presenti nell'area.

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